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“Si può perdere la vista, l’udito, l’odorato, il gusto senza smettere di vivere, senza perdere il diritto ad una esistenza piena. Ma che ne è del tatto? La facoltà di leggere con la punta delle dita, di sostituire la vista con la sensibilità tattile è una verità, un miracolo divenuto realtà.
Ciascuno, in un istante o in un altro, ha brancolato nelle tenebre… Io ho avuto semplicemente l’idea (forse perché anche a quei tempi si parlava troppo – e troppo alla leggera – dell’astrazione) di fare qualcosa per il tatto; ho pensato che l’alfabeto Braille potesse essere insufficiente, poiché io stesso trovavo che la scrittura normale lasciasse a desiderare. Era anche un primo passo verso poesie destinate puntualmente a uno o all’altro singolo senso (maniera anche di reagire contro i progressi della tendenza a fare dell’arte ad uso di tutti i sensi). Questa “puntualità” era il marchio principale non solo dei miei poemi per ciechi (non è necessario dire che conoscevo le matrici e l’incisione in rilievo), ma anche dei poemi visuali, olfattivi, mimici e uditivi.”

I poemi per non vedenti nacquero il 30 gennaio 1962: Kolář era immerso nella creazione del primo “balengogramma” e iniziò a preoccuparlo molto il pensiero di riuscire a creare una poesia per l’uomo cieco. Gli venne l’idea dopo aver sentito domandare “E dopo?” da qualcuno che passava sotto la sua finestra. Uno spicchio di luna illuminava il cielo stellato. Cosa poteva afferrare un cieco della disposizione delle stelle nel cielo? La mattina seguente Kolář realizzò il primo poema per ciechi con la composizione del cielo stellato. Nuova follia, realizzata questa volta con uno strumento appuntito e in seguito con svariati oggetti da incisore, che riproducevano sulla superficie del collage le pagine con l’alfabeto Braille usate dai ciechi per la lettura.
La capacità dei non vedenti di leggere con la punta delle dita, la sensibilità tattile sostituta della vista era considerata da Kolář un miracolo.
I poemi per non vedenti furono il primo passo per la creazione dei poemi incentrati sugli altri quattro sensi.