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Nell’arsenale del collagista boemo si trovano anche una serie di “poemi oggettuali”, cartoni dai quali pende un lungo ordine di oggetti di scarto: scatole di fiammiferi, noccioli di pesche, mozziconi di candele, pezzi di metro da sarto, pettini rotti. Anche i poemi a chiavi e i poemi a lamette di rasoio fanno parte di questo ordinamento.
Kolář aveva comprato una grande batteria di vecchie chiavi al mercato delle pulci di Wroclaw: si trattava di oggetti appartenuti a proprietari sconosciuti, assassinati, facenti parte di mobili bruciati o distrutti, di case distrutte da bombardamenti o in rovina. Gran parte di queste chiavi era arrugginita, corrosa dalla calce o annerita dal fuoco di passati incendi; di diversa forma e dimensione si ritrovano annodate a corde lungo filari paralleli a formare i poemi a chiavi.
Viluppi di lamette da barba appese a corde formano invece i poemi a lamette di rasoio; il primo oggetto con lamette che Kolář aveva realizzato era un pallottoliere “odierno”, all’interno del quale le palline erano surrogate da lamette da barba.