Per celebrare il 110° anniversario della nascita dell’artista e poeta Jiří Kolář (1914–2002), la Galleria Nazionale di Praga ha allestito una mostra dedicata ai suoi collage degli anni ’60 e ’70, realizzati a partire da riproduzioni di famose opere d’arte. Si tratta di un avvincente mosaico di storia dell’arte visiva del XX secolo, che rappresenta allo stesso tempo una storia personale e una testimonianza universale dei tempi. Sono esposti collage provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale che non sono mai stati esposti prima. I cicli di lavori si intitolano A History of Nothing e Death of a Binbin Lacemaker. Entrambi si liberano dalla dipendenza dal corso della storia e sono assemblati da esperimenti di collage realizzati in due decenni, collegati tra loro da riproduzioni artistiche che spaziano dai maestri classici a quelli moderni, da Leonardo da Vinci e Botticelli a Ingres e Gauguin, da Matisse a Picasso. A differenza delle opere di confronto critico di Kolář, dei suoi diari del 1968 e di altri esempi della sua arte già presentati dalla Galleria Nazionale di Praga nella mostra Grimace of the Century (2018), questa vetrina di arti grafiche mette in mostra una dimensione più intima dell’artista, testimoniando non solo il suo fascino per l’arte visiva in generale, ma anche per la bellezza, riflessa nella rappresentazione delle donne, sia nella forma della Santa Vergine sia in quella di Venere, donne virtuose e “femmes fatales”. Il poeta prese le loro figure da varie opere d’arte, le tagliò, le accartocciò o le fece a pezzi, e le confrontò con riproduzioni di opere attraverso i secoli, aprendo a contesti completamente nuovi la ricerca di significato.
La storia dei collage di Kolář ci ricorda cosa significasse per un uomo vivere in un mondo appesantito dalla dittatura. Mentre gli anni Settanta cedevano il passo a un nuovo decennio, Jiří Kolář lasciò il paese insieme alla moglie Běla e si stabilì a Parigi. Běla Kolářová tornò quindi dalla Francia in Cecoslovacchia per impedire la confisca dei loro beni e le fu proibito di lasciare di nuovo il paese per diversi anni. È a Běla Kolářová e al suo viaggio che è dedicata questa mostra. Kolář fu condannato in contumacia per essere emigrato e, nonostante i suoi sforzi e quelli della moglie, diverse opere della sua collezione furono trasferite alla Galleria Nazionale di Praga come proprietà confiscata dallo Stato. Dopo la Rivoluzione di Velluto, Jiří Kolář donò le opere confiscate alla Galleria, diventando il primo mecenate della Società degli Amici della Galleria Nazionale di Praga.